
Serve un “responsabile nazionale della tecnologia” per il 5G: un chief technology officer (cto) per ogni Paese, che utilizzi la propria conoscenza del settore per aiutare i governi ad abbracciare tutte le potenzialità delle nuove reti. È l’idea lanciata da Erik Ekudden, chief technology officer di Ericsson, in occasione del World Economic Forum. “Un cto nazionale avrebbe un’influenza positiva sulla competitività del Paese, spingerebbe società e settori pubblico e supporterebbe l’inclusione digitale”.
Perché un responsabile nazionale per il 5G? Perché – spiega Ekudden in un articolo pubblicato da Weforum.org – le nuove reti non sono un semplice servizio: sono “una piattaforma per l’innovazione che porterà un’ondata di nuove opportunità e di crescita economica. Ci aiuterà anche a promuovere una società più sicura e più sostenibile per le generazioni attuali e per quelle future. Sarà presente in ogni settore: dall’istruzione ai trasporti, dalla sanità e l’energia alla sicurezza nazionale”. Affinché questo cambiamento “avvenga in modo efficiente ed efficace, i governi e i responsabili del settore pubblico dovranno creare politiche che consentano l’innovazione in modo onnipresente e accessibile”.
Quali compiti avrebbe?
Nella prassi, almeno all’inizio, il cto nazionale “avrebbe il compito di creare un piano per l’inclusione digitale”, consultando autorità, aziende e ong. Servirebbe per “garantire che il governo e tutte le sue agenzie abbiano infrastrutture, politiche, strategie e servizi giusti per rendere il Paese competitivo”. Obiettivo del cto sarà anche “stimolare” e “facilitare” gli investimenti nel 5G: “Mentre le generazioni precedenti di wireless – afferma Ekudden – erano principalmente associate ai consumatori, quasi tutti i settori, dal manifatturiero all’energia e ai trasporti, beneficiano del 5G”.
Serve quindi inquadrare “i benefici economici e sociali di lungo temine piuttosto che un guadagno finanziario immediato. Il cto nazionale sarebbe in grado di vederli e stabilire le priorità per stimolare un mercato aperto e competitivo”. L’altro compito del responsabile tecnologico nazionale sarebbe assicurarsi che “tutte le aziende abbiano accesso a infrastrutture avanzate”. Se solo una parte di esse o solo alcuni settori saranno all’avanguardia, il Paese sarebbe meno efficiente e le imprese pagherebbero in competitività rispetto ai concorrenti esteri.
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